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ARCO 2012 – Ricordati di ricordare / Remember to remember

Rainer Ganahl, Vlatka Horvat, Steven Pippin, David Shaw, Kamen Stoyanov, Carla Accardi, Pier Paolo Calzolari, Gino De Dominicis


Madrid
from 15.02.2012 to 19.02.2012

Curated by: Lorenzo Bruni



La Galleria Enrico Astuni in occasione di ARCOmadrid presenta il progetto a cura di Lorenzo Bruni dal titolo RICORDATI DI RICORDARE. Gli artisti selezionati sono stati invitati a lavorare attorno al tema della memoria e del desiderio inconscio da parte del singolo soggetto di sopravvivere, dopo la propria morte, nella memoria collettiva.

 

Lo stand della Galleria Enrico Astuni si manifesterà in quanto dispositivo per riflettere su quali basi e attraverso quali meccanismi le persone privilegiano e ricordano alcuni aspetti della cultura collettiva rispetto ad altri. Per questo motivo, le opere esposte toccheranno direttamente le questioni attorno al ruolo, all’importanza e alla modalità del mediatore culturale (dalle tv ai musei), ma anche del singolo cittadino, di mettere in connessione concetti di altre epoche con esigenze e problematiche del presente. Questo aprirà fruttuose riflessioni su come il singolo soggetto percepisce la coscienza culturale collettiva di cui lui stesso fa parte ed alimenta.

 

Le opere degli artisti che costituisco il progetto si contraddistinguono per una forte esigenza di rappresentare un’azione dialogica verso il mondo, o meglio il suo processo. Nel caso di Vlatka Horvat si tratta dell’azione del movimento e della misurazione dello spazio, come contenitore architettonico, attraverso il corpo dell’artista o di altri oggetti del quotidiano come ad esempio una scala tagliata a metà che sembra inglobata per metà dalla parete e che ci costringe a pensare allo spazio dello stand e alla nostra presenza in quel luogo in maniera inedita. Nel caso di Kamen Stoyanov questa interazione con il mondo ed esigenza di occupare un posto in esso passa prima di tutto dall’occupazione di un preciso spazio fisico/simbolico. Questo è evidente con la serie fotografica Hello Lenin in cui l’artista sale su un piedistallo rimasto vuoto per colmare il vuoto del potere autoritario proponendo la sua presenza viva in attesa che gli vengano poste delle domande. Steven Pippin presenta la sequenza fotografica di “Canon UnsureShot” in cui l’ossessività dell’uomo, sviluppata nel Novecento, di documentare ogni istante del reale attraverso “il mezzo oggettivo” della macchina fotografica viene portato al grado zero. Questa tautologia è rappresentata dall’istante in cui il proiettile, sparato da una piccola pistola, trapassa l’obiettivo rendendolo l’ultima testimonianza della sua vita/funzione/scopo. Le sculture di David Shaw, frutto di un’azione combinatoria estremamente raffinata, invece, manifestano il tentativo eterno dell’uomo di far coesistere la natura, evidente nei rami degli alberi tagliati, e la cultura, rappresentata dal colore monocromo che ricopre il punto in cui è avvenuto il taglio che rimanda alla sicurezza riposta dall’uomo nella scienza per esorcizzare l’imprevedibilità della natura e del mondo. Rainer Ganahl invece con il video e la fotografia dal titolo “The passion considered an uphill bicicle race” ipotizzano un viaggio per le montagne innevate da parte dello scrittore, inventore della patafisica e scomparso nel 1907, con cui vuole diffondere il senso della conoscenza cercando di convertire anche una mucca. Le porcellane raffigurati frutta su cui sono incise frasi riprese dal mondo economico legato alla crisi di mercato è il modo da parte dell’artista di far convivere la natura morta codificata come genere d’arte dal 1600 e l’effimerità legata alla nuova economia basata su elementi totalmente astratti.